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Rassegna stampa del 15 maggio 2020
Online:
- Agir.it – articolo in allegato
- Sanità24.IlSole24Ore.com – https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/medicina-e-ricerca/2020-05-15/coronavirus-universita-milano-nessun-rischio-farmaci-antipertensivi-130126.php?uuid=ADmAdoQ
- Tg24.sky.it – https://tg24.sky.it/cronaca/2020/05/15/coronavirus-italia-news-oggi-bollettino?lbp=2 – anche in allegato
- Yahoo.com – https://it.finance.yahoo.com/notizie/farmaci-antipertensivi-e-covid-19-studio-nessun-rischio-112023467.html
- GlobalMediaNews.info – http://www.globalmedianews.info/attualita/farmaci-antipertensivi-e-covid-19-nessun-rischio-per-i-pazienti-in-trattamento/
- OlbiaNotizie.it – https://www.olbianotizie.it/24ore/articolo/525689-coronavirus_studio_italiano__nessun_rischio_da_farmaci_per_cuore_e_pressione_
- SassariNorizie.it – http://www.sassarinotizie.com/24ore-articolo-532466-coronavirus_studio_italiano__nessun_rischio_da_farmaci_per_cuore_e_pressione_.aspx
- Latinaoggi.eu – https://www.latinaoggi.eu/agenzie/salute/99808/coronavirus-studio-italiano-nessun-rischio-da-farmaci-per-cuore-e-pressione
- Ciociariaoggi.it – https://www.ciociariaoggi.it/agenzie/salute/102618/coronavirus-studio-italiano-nessun-rischio-da-farmaci-per-cuore-e-pressione
- IlSannioQuotidiano.it – https://www.ilsannioquotidiano.it/2020/05/15/coronavirus-studio-italiano-nessun-rischio-da-farmaci-per-cuore-e-pressione/
- Quotidianodiragusa.it – https://www.quotidianodiragusa.it/2020/05/15/salute-e-benessere/coronavirus-studio-italiano-nessun-rischio-da-farmaci-per-cuore-e-pressione/65492
- Meteoweb.eu – http://www.meteoweb.eu/2020/05/coronavirus-studio-italiano-conferma-nessun-rischio-farmaci-cuore-pressione/1434368/
- IlDubbionews.it – https://www.ildubbio.news/2020/05/15/coronavirus-studio-italiano-nessun-rischio-da-farmaci-per-cuore-e-pressione/
- Padovanews.it – http://www.padovanews.it/2020/05/15/coronavirus-studio-italiano-nessun-rischio-da-farmaci-per-cuore-e-pressione/
- LaSicilia.it – https://www.lasicilia.it/news/salute/341880/coronavirus-studio-italiano-nessun-rischio-da-farmaci-per-cuore-e-pressione.html
Agenzie (AdnKronos Salute, Askanews, Agi, Dire)
ADNKRONOS SALUTE
VENERDÌ 15 MAGGIO 2020 12.27.36
**CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE’** =
ADN0605 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RLO **CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE’** = Su ‘Nejm’ ricercatori di Milano-Bicocca e Int smentiscono gli allarmi su Ace-inibitori e sartani Milano, 15 mag. (Adnkronos Salute) – “Non ci sono prove del fatto che Ace-inibitori e sartani, farmaci comunemente utilizzati per l’ipertensione arteriosa, lo scompenso cardiaco e il post-infarto, favoriscano o aggravino l’infezione da Covid-19 come invece era stato affermato nella prima fase di diffusione dell’epidemia”. E’ la conclusione di uno studio italiano pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’, condotto dall’università di Milano-Bicocca in collaborazione con Istituto nazionale tumori (Int) di Milano e Aria (Azienda regionale per l’Innovazione e gli Acquisti). L’analisi mostra che “l’uso di antipertensivi è più frequente tra i pazienti con Covid-19 a causa di una maggiore prevalenza di malattie cardiovascolari, ma che questi farmaci non ne favoriscono l’insorgenza e non peggiorano la prognosi”. Il lavoro, uno studio caso-controllo – riferiscono da Bicocca e Int – è stato realizzato mettendo a confronto un totale di 6.272 casi di pazienti con grave infezione respiratoria da virus Sars-CoV-2, accertati nel periodo tra il 21 febbraio e l’11 marzo 2020, con un gruppo controllo di 30.759 sani, tutti iscritti nel Registro sanitario della Regione Lombardia. Lo studio smentisce precedenti “allarmanti notizie” e rappresenta per gli autori “un passo avanti significativo nella conoscenza dell’esposizione al rischio di Covid-19 da parte di pazienti in trattamento con antipertensivi, per i quali questi farmaci rappresentano in molti casi delle terapie salvavita da assumere con continuità”. Senza dunque interromperle con un pericoloso ‘fai da te’. (segue) (Red-Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 – 1222 15-MAG-20 12:27 NNNN
CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE’ (2) =
ADN0606 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RLO CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE‘ (2) = (Adnkronos Salute) – “Gli antagonisti del recettore dell’angiotensina, i cosiddetti sartani e gli Ace-inibitori, sono tra i FARMACI più utilizzati al mondo come trattamenti di prima scelta per il controllo di ipertensione, scompenso cardiaco, malattie renali croniche e altre patologie cardiovascolari – ricorda Giuseppe Mancia, professore emerito in Bicocca – Questi FARMACI sono capaci di aumentare l’espressione dell’enzima Ace2, considerato una porta d’ingresso per i virus della famiglia coronavirus. Da qui è nata l’ipotesi che i pazienti curati con queste terapie potessero essere maggiormente a rischio di infezione da Covid-19. Lo studio ha invece mostrato che non c’è nessun elemento di evidenza specifico a indicare che chi è in cura con questi FARMACI abbia un rischio diverso di contrarre il virus rispetto a chi non è in trattamento”. Tra i risultati “è emerso che, rispetto al gruppo dei controlli, i pazienti affetti da Covid-19 fanno un uso del 10-13% maggiore di Ace-inibitori e sartani, ma anche di altri antipertensivi, come betabloccanti e diuretici, e di altri FARMACI come gli antidiabetici. Ciò – afferma Mancia – ha messo in luce che i pazienti che hanno contratto il virus sono quelli che, preferenzialmente, hanno uno stato di salute in qualche modo già compromesso, di cui il maggiore consumo di FARMACI è un riflesso”. (segue) (Red-Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 – 1222 15-MAG-20 12:27 NNNN
CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE’ (3) =
ADN0607 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RLO CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE‘ (3) = (Adnkronos Salute) – “La possibilità di utilizzare i dati provenienti dai flussi e dai database della Regione Lombardia e il Registro Covid regionale – sottolinea Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Int – ci ha permesso di risalire alla storia clinica e diagnostico-terapeutica dei pazienti fino a 5 anni precedenti lo studio, inclusi tutti gli episodi di ospedalizzazione per diverse malattie, comprese le patologie tumorali, e di poter escludere, con una certa ragionevolezza nonostante il disegno osservazionale dello studio, che la somministrazione di questi FARMACI aumenti il rischio di incorrere nell’infezione e di avere una prognosi sfavorevole”. Fra l’altro, “nello stesso numero del ‘Nejm’ sono stati pubblicati altri due articoli sul tema, basati su dati simili provenienti da altri Paesi, che hanno mostrato gli stessi risultati”. Ma come si è svolta la ricerca? “A ogni caso di Covid-19 sono stati appaiati casualmente cinque controlli con pari età, sesso e Comune di residenza – spiega Giovanni Corrao, Dipartimento di Statistica e Metodi quantitativi della Bicocca – Le informazioni sull’uso di FARMACI e sui profili clinici dei pazienti sono state ottenute dalla banca dati regionale di assistenza sanitaria, mentre per tutto il campione è stato utilizzato un indice di prognosi, con uno score da 0 a 4, dove il valore più alto indica uno stato clinico peggiore”. (segue) (Red-Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 – 1222 15-MAG-20 12:27 NNNN
CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE’ (4) =
ADN0609 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RLO CORONAVIRUS: STUDIO ITALIANO, ‘NESSUN RISCHIO DA FARMACI PER CUORE E PRESSIONE‘ (4) = (Adnkronos Salute) – “L’analisi – dettaglia Corrao – ha evidenziato che i pazienti contagiati dal virus hanno un punteggio più alto nello score, fanno un uso più frequente di antipertensivi e sono più affetti da malattie cardiovascolari. Questo suggerisce che le manifestazioni cliniche del contagio si manifestano prevalentemente in persone clinicamente fragili”, tra cui “pazienti affetti da malattie cardiovascolari e metaboliche. Tuttavia, FARMACI come Ace-inibitori e sartani non sembrano avere alcun ruolo diretto nel favorire un maggior rischio di sviluppo o aggravamento dell’infezione”. Il lavoro – riportano ancora Int e Bicocca – ha incluso delle sotto-analisi in modo da prendere in considerazione eventuali differenze per sesso o per età (over 60 vs under 60), ma in entrambi casi “i risultati sono stati confermati, senza quindi evidenziare differenze significative tra i diversi gruppi”. Inoltre è stata indagata la tesi che il rischio per i pazienti in terapia con antipertensivi non fosse solo un aumento della probabilità di essere contagiati dal virus, ma anche di sviluppare la sintomatologia in forma più severa a causa dell’esposizione ai bloccanti del sistema renina-angiotensina. “L’analisi di oltre 600 casi, comprendenti i pazienti ricoverati in terapia intensiva e i deceduti, ha smentito anche quest’ultima ipotesi”. (Red-Opa/Adnkronos Salute) ISSN 2465 – 1222 15-MAG-20 12:27 NNNN
ASKANEWS
VENERDÌ 15 MAGGIO 2020 13.18.46
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti Non aumentano probabilità contrarre infezione Roma, 15 mag. (askanews) – Sartani e ACE-inibitori, farmaci diffusamente utilizzati per la gestione dell’ipertensione arteriosa, non sono responsabili di una maggiore esposizione al rischio di infezione da COVID-19 o dell’aggravamento dei suoi sintomi. È questa la conclusione di uno studio[i] condotto da un team di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e l’Agenzia Regionale ARIA (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti) che smentisce le allarmanti notizie diffuse nella prima fase dell’epidemia secondo le quali proprio la classe di farmaci antipertensivi avrebbe favorito il rischio di contrarre il virus o comunque contribuito a peggiorarne la sintomatologia. “Gli antagonisti del recettore dell’angiotensina, i cosiddetti sartani, e gli ACE-inibitori sono tra i farmaci più utilizzati al mondo come trattamenti di prima scelta per il controllo di ipertensione, scompenso cardiaco, malattie renali croniche e altre patologie cardiovascolari. Questi farmaci sono capaci di aumentare l’espressione dell’enzima ACE2, considerato una porta d’ingresso per i virus della famiglia Coronavirus e, da qui, è nata l’ipotesi che i pazienti curati con queste terapie potessero essere maggiormente a rischio di infezione da COVID-19” – commenta Giuseppe Mancia, Professore Emerito all’Università degli Studi Milano-Bicocca. – “Lo studio ha invece mostrato che non c’è nessun elemento di evidenza specifico a indicare che chi è in cura con questi farmaci abbia un rischio diverso di contrarre il virus rispetto a chi non è in trattamento”. “È emerso che, rispetto al gruppo dei controlli, i pazienti affetti da COVID-19 fanno un uso maggiore del 10-13% di ACE-inibitori e sartani, ma anche di altri antipertensivi, come betabloccanti e diuretici, e di altri farmaci come gli antidiabetici. Ciò ha messo in luce che i pazienti che hanno contratto il virus sono quelli che, preferenzialmente, hanno uno stato di salute in qualche modo già compromesso, di cui il maggiore consumo di farmaci è un riflesso”.(Segue) Rus 20200515T131834Z
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti -2-
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti -2- Roma, 15 mag. (askanews) – Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine, è stato effettuato mettendo a confronto un totale di 6272 casi di pazienti affetti da grave infezione respiratoria determinata dal virus SARS-Cov-2 accertati nel periodo tra il 21 febbraio e l’11 marzo 2020, con 30.759 persone sane (il gruppo di controlli), tutti iscritti nel registro sanitario della Regione Lombardia. “La pandemia in corso che ha così drammaticamente colpito il nostro Paese e la nostra regione, non solo ha causato in Italia molti contagi e un numero elevato di decessi dovuti al virus, ma sicuramente è responsabile di morti associate e di morti indirette, soprattutto in pazienti con patologie frequenti che rendono gli individui fragili e quindi suscettibili a complicazioni” – spiega Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. – “Fra questi ci sono certamente i pazienti con cancro e quelli con patologie cardiovascolari che ammontano a molti milioni in Italia. Sono quindi in corso parecchi studi per verificare se determinate patologie o determinate terapie aumentano il rischio di contagio e influenzano la prognosi. La possibilità di poter utilizzare i dati provenienti dai flussi e dai data base della Regione Lombardia e il registro COVID regionale ci ha permesso di risalire alla storia clinica e diagnostico-terapeutica dei pazienti fino a 5 anni precedenti lo studio, inclusi tutti gli episodi di ospedalizzazione per diverse malattie, comprese le patologie tumorali, e di poter escludere, con una certa ragionevolezza nonostante il disegno osservazionale dello studio, che la somministrazione di questi farmaci non aumenta il rischio di incorrere nella infezione e di avere una prognosi sfavorevole. Nello stesso numero del New England Journal of Medicine sono infatti stati pubblicati altri 2 articoli sullo stesso tema basati su dati simili provenienti da altri Paesi che hanno mostrato gli stessi risultati”.(Segue) Rus 20200515T131841Z
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti -3-
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti -3- Roma, 15 mag. (askanews) – “Ad ogni caso di COVID-19 sono stati appaiati casualmente 5 controlli della stessa età, sesso e comune di residenza. Le informazioni sull’uso di Farmaci e sui profili clinici dei pazienti sono state ottenute dalla banca dati regionale di assistenza sanitaria, mentre per tutto il campione è stato utilizzato un indice di prognosi, con uno score da 0 a 4, dove il valore più alto indica uno stato clinico peggiore” – spiega il prof. Giovanni Corrao del Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Università di Milano-Bicocca. “La nostra analisi ha evidenziato che i pazienti contagiati dal virus hanno un punteggio più alto nello score e fanno un uso più frequente di Farmaci antipertensivi, e sono più affetti da malattie cardiovascolari. Questo suggerisce che le manifestazioni cliniche del contagio si manifestano prevalentemente in individui clinicamente fragili, e tra questi, in pazienti affetti da malattie cardiovascolari e metaboliche. Tuttavia, Farmaci come ACE-inibitori e sartani non sembrano avere alcun ruolo diretto nel favorire un maggior rischio di sviluppo o aggravamento dell’infezione”. Lo studio ha incluso delle sotto-analisi in modo da prendere in considerazione eventuali differenze per sesso o per età (over60 vs under 60), ma in entrambi casi i risultati sono stati confermati, senza quindi evidenziare differenze significative tra i diversi gruppi. Inoltre, è stata indagata anche l’ipotesi che il rischio per i pazienti in terapia con antipertensivi non fosse solo un aumento della probabilità di essere contagiati dal virus, ma di sviluppare la sintomatologia in forma più severa a causa dell’esposizione ai bloccanti del sistema renina-angiotensina.(Segue) Rus 20200515T131848Z
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti -4-
Farmaci antipertensivi e Covid-19, studio: nessun rischio per pazienti -4- Roma, 15 mag. (askanews) – L’analisi di oltre 600 casi – comprendenti i pazienti ricoverati in terapia intensiva e i deceduti – ha smentito anche quest’ultima ipotesi. Lo studio rappresenta sicuramente un passo avanti significativo nella conoscenza dell’esposizione al rischio di COVID-19 da parte di pazienti in trattamento con antipertensivi, per i quali questi Farmaci rappresentano in molti casi delle terapie salvavita da assumere con continuità. Rus 20200515T131855Z
AGENZIA AGI
VENERDÌ 15 MAGGIO 2020 11.40.14
= Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi =
AGI0349 3 CRO 0 R01 / = Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi = (AGI) – Milano, 15 mag. – I farmaci come i sartani o gli Ace-inibitori, diffusamente utilizzati per la gestione dell’ipertensione arteriosa, non sono responsabili di una maggiore esposizione al rischio di infezione da Covid-19 o dell’aggravamento dei suoi sintomi. E’ questa la conclusione di uno studio condotto in Lombardia da un team di ricercatori dell’Universita’ di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (Int) e l’Agenzia Regionale Aria (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti) che smentisce le allarmanti notizie diffuse nella prima fase dell’epidemia secondo le quali proprio la classe di farmaci antipertensivi avrebbe favorito il rischio di contrarre il virus o comunque contribuito a peggiorarne la sintomatologia. (AGI)Com-Gla (Segue) 151139 MAG 20 NNNN
= Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi (2)=
AGI0350 3 CRO 0 R01 / = Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi (2)= (AGI) – Milano, 15 mag. – “Gli antagonisti del recettore dell’angiotensina, i cosiddetti sartani, e gli Ace-inibitori sono tra i farmaci piu’ utilizzati al mondo come trattamenti di prima scelta per il controllo di ipertensione, scompenso cardiaco, malattie renali croniche e altre patologie cardiovascolari. Questi farmaci sono capaci di aumentare l’espressione dell’enzima Ace2, considerato una porta d’ingresso per i virus della famiglia Coronavirus e, da qui, e’ nata l’ipotesi che i pazienti curati con queste terapie potessero essere maggiormente a rischio di infezione da Covid-19″, commenta Giuseppe Mancia, Professore Emerito all’Universita’ degli Studi Milano-Bicocca. “Lo studio ha invece mostrato che non c’e’ nessun elemento di evidenza specifico a indicare che chi e’ in cura con questi farmaci abbia un rischio diverso di contrarre il virus rispetto a chi non e’ in trattamento”. “E’ emerso che, rispetto al gruppo dei controlli, i pazienti affetti da Covid-19 fanno un uso maggiore del 10-13% di Ace-inibitori e sartani, ma anche di altri antipertensivi, come betabloccanti e diuretici, e di altri farmaci come gli antidiabetici. Cio’ ha messo in luce che i pazienti che hanno contratto il virus sono quelli che, preferenzialmente, hanno uno stato di salute in qualche modo gia’ compromesso, di cui il maggiore consumo di farmaci e’ un riflesso”. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine, e’ stato effettuato mettendo a confronto un totale di 6272 casi di pazienti affetti da grave infezione respiratoria determinata dal virus SarsS-Cov-2 accertati nel periodo tra il 21 febbraio e l’11 marzo 2020, con 30.759 persone sane (il gruppo di controlli), tutti iscritti nel registro sanitario della Regione Lombardia. (AGI)Com-Gla (Segue) 151139 MAG 20 NNNN
= Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi (3)=
AGI0351 3 CRO 0 R01 / = Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi (3)= (AGI) – Milano, 15 mag. – “La pandemia in corso che ha cosi’ drammaticamente colpito il nostro Paese e la nostra regione, non solo ha causato in Italia molti contagi e un numero elevato di decessi dovuti al virus, ma sicuramente e’ responsabile di morti associate e di morti indirette, soprattutto in pazienti con patologie frequenti che rendono gli individui fragili e quindi suscettibili a complicazioni” spiega Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “Fra questi ci sono certamente i pazienti con cancro e quelli con patologie cardiovascolari che ammontano a molti milioni in Italia. Sono quindi in corso parecchi studi per verificare se determinate patologie o determinate terapie aumentano il rischio di contagio e influenzano la prognosi. La possibilita’ di poter utilizzare i dati provenienti dai flussi e dai data base della Regione Lombardia e il registro Covid regionale ci ha permesso di risalire alla storia clinica e diagnostico-terapeutica dei pazienti fino a 5 anni precedenti lo studio, inclusi tutti gli episodi di ospedalizzazione per diverse malattie, comprese le patologie tumorali, e di poter escludere, con una certa ragionevolezza nonostante il disegno osservazionale dello studio, che la somministrazione di questi farmaci non aumenta il rischio di incorrere nella infezione e di avere una prognosi sfavorevole. Nello stesso numero del New England Journal of Medicine sono infatti stati pubblicati altri 2 articoli sullo stesso tema basati su dati simili provenienti da altri Paesi che hanno mostrato gli stessi risultati”. (AGI)Com-Gla (Segue) 151139 MAG 20 NNNN
= Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi (4)=
AGI0352 3 CRO 0 R01 / = Coronavirus:studio,no maggiori rischi con farmaci per ipertesi (4)= (AGI) – Milano, 15 mag. – “Ad ogni caso di Covid-19 sono stati appaiati casualmente 5 controlli della stessa eta’, sesso e comune di residenza. Le informazioni sull’uso di farmaci e sui profili clinici dei pazienti sono state ottenute dalla banca dati regionale di assistenza sanitaria, mentre per tutto il campione e’ stato utilizzato un indice di prognosi, con uno score da 0 a 4, dove il valore piu’ alto indica uno stato clinico peggiore” – spiega il prof. Giovanni Corrao del Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Universita’ di Milano-Bicocca. “La nostra analisi ha evidenziato che i pazienti contagiati dal virus hanno un punteggio piu’ alto nello score e fanno un uso piu’ frequente di farmaci antipertensivi, e sono piu’ affetti da malattie cardiovascolari. Questo suggerisce che le manifestazioni cliniche del contagio si manifestano prevalentemente in individui clinicamente fragili, e tra questi, in pazienti affetti da malattie cardiovascolari e metaboliche. Tuttavia, farmaci come Ace-inibitori e sartani non sembrano avere alcun ruolo diretto nel favorire un maggior rischio di sviluppo o aggravamento dell’infezione”. Lo studio ha incluso delle sotto-analisi in modo da prendere in considerazione eventuali differenze per sesso o per eta’ (over60 vs under 60), ma in entrambi casi i risultati sono stati confermati, senza quindi evidenziare differenze significative tra i diversi gruppi. Inoltre, e’ stata indagata anche l’ipotesi che il rischio per i pazienti in terapia con antipertensivi non fosse solo un aumento della probabilita’ di essere contagiati dal virus, ma di sviluppare la sintomatologia in forma piu’ severa a causa dell’esposizione ai bloccanti del sistema renina-angiotensina. L’analisi di oltre 600 casi – comprendenti i pazienti ricoverati in terapia intensiva e i deceduti – ha smentito anche quest’ultima ipotesi. (AGI)Com-Gla 151139 MAG 20 NNNN
AGENZIE DIRE
VENERDÌ 15 MAGGIO 2020 11.39.33
SALUTE. FARMACI IPERTENSIVI E COVID-19, NESSUN RISCHIO PER PAZIENTI IN TRATTAMENTO
DRS0072 3 LAV 0 DRS / WLF SALUTE. FARMACI IPERTENSIVI E COVID-19, NESSUN RISCHIO PER PAZIENTI IN TRATTAMENTO (DIRE) Roma, 15 mag. – Sartani e Ace-inibitori, farmaci diffusamente utilizzati per la gestione dell’ipertensione arteriosa, non sono responsabili di una maggiore esposizione al rischio di infezione da Covid-19 o dell’aggravamento dei suoi sintomi. È questa la conclusione di uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Universita’ di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (Int) e l’Agenzia Regionale Aria (Azienda Regionale per l’Innovazione e gli Acquisti) che smentisce le allarmanti notizie diffuse nella prima fase dell’epidemia secondo le quali proprio la classe di farmaci antipertensivi avrebbe favorito il rischio di contrarre il virus o comunque contribuito a peggiorarne la sintomatologia. “Gli antagonisti del recettore dell’angiotensina, i cosiddetti sartani, e gli Ace-inibitori sono tra i farmaci piu’ utilizzati al mondo come trattamenti di prima scelta per il controllo di ipertensione, scompenso cardiaco, malattie renali croniche e altre patologie cardiovascolari. Questi farmaci sono capaci di aumentare l’espressione dell’enzima Ace2, considerato una porta d’ingresso per i virus della famiglia Coronavirus e, da qui, e’ nata l’ipotesi che i pazienti curati con queste terapie potessero essere maggiormente a rischio di infezione da Covid-19- commenta Giuseppe Mancia, professore emerito all’Universita’ degli Studi Milano-Bicocca- Lo studio ha invece mostrato che non c’e’ nessun elemento di evidenza specifico a indicare che chi e’ in cura con questi farmaci abbia un rischio diverso di contrarre il virus rispetto a chi non e’ in trattamento. È emerso che, rispetto al gruppo dei controlli, i pazienti affetti da Covid-19 fanno un uso maggiore del 10-13% di ACE-inibitori e sartani, ma anche di altri antipertensivi, come betabloccanti e diuretici, e di altri farmaci come gli antidiabetici. Cio’ ha messo in luce che i pazienti che hanno contratto il virus sono quelli che, preferenzialmente, hanno uno stato di salute in qualche modo gia’ compromesso, di cui il maggiore consumo di farmaci e’ un riflesso”.(SEGUE) (Comunicati/Dire) 11:38 15-05-20 NNNN
SALUTE. FARMACI IPERTENSIVI E COVID-19, NESSUN RISCHIO PER PAZIENTI IN TRATTAMENTO -2-
DRS0073 3 LAV 0 DRS / WLF SALUTE. FARMACI IPERTENSIVI E COVID-19, NESSUN RISCHIO PER PAZIENTI IN TRATTAMENTO -2- (DIRE) Roma, 15 mag. – Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine, e’ stato effettuato mettendo a confronto un totale di 6272 casi di pazienti affetti da grave infezione respiratoria determinata dal virus Sars-Cov-2 accertati nel periodo tra il 21 febbraio e l’11 marzo 2020, con 30.759 persone sane (il gruppo di controlli), tutti iscritti nel registro sanitario della Regione Lombardia. “La pandemia in corso che ha cosi’ drammaticamente colpito il nostro Paese e la nostra regione, non solo ha causato in Italia molti contagi e un numero elevato di decessi dovuti al virus, ma sicuramente e’ responsabile di morti associate e di morti indirette, soprattutto in pazienti con patologie frequenti che rendono gli individui fragili e quindi suscettibili a complicazioni- spiega Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano- Fra questi ci sono certamente i pazienti con cancro e quelli con patologie cardiovascolari che ammontano a molti milioni in Italia. Sono quindi in corso parecchi studi per verificare se determinate patologie o determinate terapie aumentano il rischio di contagio e influenzano la prognosi. La possibilita’ di poter utilizzare i dati provenienti dai flussi e dai data base della Regione Lombardia e il registro Covid regionale ci ha permesso di risalire alla storia clinica e diagnostico-terapeutica dei pazienti fino a 5 anni precedenti lo studio, inclusi tutti gli episodi di ospedalizzazione per diverse malattie, comprese le patologie tumorali, e di poter escludere, con una certa ragionevolezza nonostante il disegno osservazionale dello studio, che la somministrazione di questi farmaci non aumenta il rischio di incorrere nella infezione e di avere una prognosi sfavorevole. Nello stesso numero del New England Journal of Medicine sono infatti stati pubblicati altri 2 articoli sullo stesso tema basati su dati simili provenienti da altri Paesi che hanno mostrato gli stessi risultati”.(SEGUE) (Comunicati/Dire) 11:38 15-05-20 NNNN
SALUTE. FARMACI IPERTENSIVI E COVID-19, NESSUN RISCHIO PER PAZIENTI IN TRATTAMENTO -3-
DRS0074 3 LAV 0 DRS / WLF SALUTE. FARMACI IPERTENSIVI E COVID-19, NESSUN RISCHIO PER PAZIENTI IN TRATTAMENTO -3- (DIRE) Roma, 15 mag. – “Ad ogni caso di Covid-19 sono stati appaiati casualmente 5 controlli della stessa eta’, sesso e comune di residenza. Le informazioni sull’uso di FARMACI e sui profili clinici dei pazienti sono state ottenute dalla banca dati regionale di assistenza sanitaria, mentre per tutto il campione e’ stato utilizzato un indice di prognosi, con uno score da 0 a 4, dove il valore piu’ alto indica uno stato clinico peggiore- spiega il professor Giovanni Corrao del Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’Universita’ di Milano-Bicocca- La nostra analisi ha evidenziato che i pazienti contagiati dal virus hanno un punteggio piu’ alto nello score e fanno un uso piu’ frequente di FARMACI antipertensivi, e sono piu’ affetti da malattie cardiovascolari. Questo suggerisce che le manifestazioni cliniche del contagio si manifestano prevalentemente in individui clinicamente fragili, e tra questi, in pazienti affetti da malattie cardiovascolari e metaboliche. Tuttavia, FARMACI come Ace-inibitori e sartani non sembrano avere alcun ruolo diretto nel favorire un maggior rischio di sviluppo o aggravamento dell’infezione”. Lo studio ha incluso delle sotto-analisi in modo da prendere in considerazione eventuali differenze per sesso o per eta’ (over60 vs under 60), ma in entrambi casi i risultati sono stati confermati, senza quindi evidenziare differenze significative tra i diversi gruppi. Inoltre, e’ stata indagata anche l’ipotesi che il rischio per i pazienti in terapia con antipertensivi non fosse solo un aumento della probabilita’ di essere contagiati dal virus, ma di sviluppare la sintomatologia in forma piu’ severa a causa dell’esposizione ai bloccanti del sistema renina-angiotensina. L’analisi di oltre 600 casi- comprendenti i pazienti ricoverati in terapia intensiva e i deceduti- ha smentito anche quest’ultima ipotesi. Lo studio rappresenta sicuramente un passo avanti significativo nella conoscenza dell’esposizione al rischio di Covid-19 da parte di pazienti in trattamento con antipertensivi, per i quali questi FARMACI rappresentano in molti casi delle terapie salvavita da assumere con continuita’. (Comunicati/Dire) 11:38 15-05-20 NNNN
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